29 giugno 2013

le Sette Opere di Misericordia

Nel 1606  il Caravaggio, su commissione della congregazione
del Pio Monte di Napoli, dedita alle opere caritative ,
 realizzò questa grande opera ad olio su tela (390 x 260 cm)
che venne disposta sopra la pala dell'altare centrale


Dopo secoli i governatori del Pio Monte della Misericordia continuano
 la loro opera di beneficenza (naturalmente adattandosi al mutare dei tempi)
 così come l’opera del Caravaggio continua ad impreziosire la chiesa 
del complesso, legata ad essa da un vincolo che ne vieta
 lo spostamento o la rimozione.


L'opera ha una composizione serrata, che concentra in una visione d'insieme diversi personaggi, ma può essere confusa con una semplice scena di genere, tant'è vero che sembra ambientata in un tipico vicolo popolare di Napoli. Sulla parte superiore del dipinto, a supervisionare l'intera scena che si svolge nella parte bassa, vi è la Madonna con Gesù Bambino accompagnata da due angeli, un'insieme a dir poco stupendo....


Le sette opere di misericordia sono nella tela del Caravaggio così raffigurate:
"Seppellire i morti": è raffigurato sulla destra con il trasporto di un cadavere di cui si vedono solo i piedi, da parte di un diacono che regge la fiaccola e un portatore

 

"Visitare i carcerati" e "Dar da mangiare agli affamati": sono concentrati in un singolo episodio: quello di Cimone, che condannato a morte per fame in carcere, fu nutrito dal seno della figlia Pero e per questo fu graziato dai magistrati che fecero erigere nello stesso luogo un tempio dedicato alla Dea Pietà. 


"Vestire gli ignudi": appare sulla parte sinistra concentrato in una figura di giovane cavaliere, San Martino che fa dono del mantello ad un uomo a dorso nudo visto di spalle; allo stesso santo è legata la figura dello storpio in basso nell'angolo più a sinistra: anche questo episodio è un riferimento alla agiografia di Martino, un emblema del "Curare gli infermi".


"Dar da bere agli assetati": è rappresentato da un uomo che beve da una mascella d'asino, Sansone, perché nel deserto bevve l’acqua fatta sgorgare miracolosamente dal Signore


"Ospitare i pellegrini": è riassunto da due figure: l'uomo in piedi all'estrema sinistra che indica un punto verso l'esterno, ed un altro che per l'attributo della conchiglia sul cappello (segno del pellegrinaggio a Santiago di Compostela ) è facilmente identificabile con un pellegrino. 


Alcuni particolari di notevole fattura da notare sono: la goccia di latte sulla barba del vecchio (dar da mangiare agli affamati); i piedi lividi del cadavere che spuntano dall'angolo (seppellire i morti); degna di nota anche l'ombra che le figure celesti proiettano sulla prigione, a indicare una presenza concreta e terrena, ma nonostante ciò nessuno dei personaggi sottostanti sembra accorgersene

Su tutte queste azioni di misericordia corporali si stende il manto della Madonna. Caravaggio modifica con il genio che gli è tipico l’iconografia più diffusa, che ci fa vedere la Mater misericordiae in piedi, che distende il Suo manto sui partecipanti alla confraternita che abitualmente ne commissionavano la rappresentazione pittorica o scultorea. È un manto che tutela, protegge, accoglie prendendosi cura nella totalità del bisogno dell’altro. È insomma il gesto della cura nella sua radice più profonda e totale. Caravaggio fa letteralmente scendere dal cielo alla terra questa tutela della mater omnium, facendola continuare con il gesto laico e quotidiano dell’azione caritatevole verso il bisogno dell’uomo. Infatti il manto bluastro della Vergine si continua nel suo andamento elicoidale con quello rosso porpora di S. Martino,che mentre “veste gli ignudi”, soccorre anche i malati e tiene la sua spada all’altezza del collo di una figura di cui intravvediamo solo il volto, richiamati dal bagliore della lama, in un ennesimo autoritratto di Caravaggio. Il pittore, scappato da Roma dopo la condanna di omicidio, guarda Martino di Tours, come per chiedere la grazia dalla condanna che grava sulla sua testa affidandosi alla misericordia umana, continuazione di quella Divina, così necessaria alla convivenza civile.
Pellegrini, infermi o carcerati, santi o delinquenti, ricchi o poveri, simboli del passato o fuggiaschi anonimi nascosti nell’ombra, tutto l’uomo può star dentro questo gesto di accoglienza ben chiaro alla pietas cristiana e capace di compassione per il dolore dell’uomo, quale che ne sia la natura o l’origine.


Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
(Gesù)



27 giugno 2013

Cesto con le rose

RICICLO CREATIVO

 Un cesto per il bagno, in rosso e bianco, diviso in 3 settori
per mettere un po d'ordine alle creme ,cosmetici e i vari ferma-capelli
che mia figlia Sara semina dappertutto



per realizzarlo mi sono ispirata a questo cofanetto  della Pupa
che è stato regalato a mia figlia 


sono partita da un vecchio cesto ovale che ho dipinto all'esterno con 2 mani di acrilico rosso


con del cartone pesante ho creato i divisori e rinforzato il fondo


 ho ricoperto il fondo e i divisori con un tessuto impermeabile rosso
incollandolo con la colla vinilica


per fare le rose ho tagliato delle strisce di tessuto alte 10 cm e lunghe 50 cm 
ho posizionato al centro una striscia di gomma-piuma leggera lunga 48 cm
 e alta 5 cm , ho ripiegato a metà (anche la gomma-piuma)
e ho puntato con degli spilli


ho imbastito subito sotto l'imbottitura,ho arricciato leggermente e
 ho arrotolato la striscia su se stessa formando così la rosellina


ho usato avanzi di raso , mussola e maglina


 ho affrancato il tutto sul fondo con qualche punto




dal coperchio della confezione delle uova ho ricavato dei supporti
a cui ho incollato con la colla a caldo le rose

ho incollato ogni supporto all'interno del cestino
alternando i colori delle rose.


ho preparato un volantino arricciato sovrapponendo
 una striscia di tulle bianco e una di raso rosso


che ho poi incollato con la colla a caldo sotto le rose


per ricoprire i laterali interni ho ritagliato nella stoffa impermeabile
i tre pezzi e ho applicato sul bordo superiore una rousche di tulle 


li ho incollati sui laterali con la colla vinilica e
 ho lasciato asciugare per bene




ed è subito pieno........

25 giugno 2013

Colazione a Bellagio


Che dire quando tuo marito, alla domenica mattina alle 8,00,  ti dice:
"Gio...cosa dici se oggi non esco con la bicicletta e ti porto a Bellagio
 a fare colazione? " una pensa che sta ancora dormendo...
forse sognando...e invece no...
lo guardo per vedere se mi sta prendendo in giro ...
apro la finestra per vedere se "nevica" e poi dico...
"10 minuti e sono pronta"......


Abbiamo percorso la strada panoramica che costeggia il lago e alle 8,45
siamo seduti ad un tavolo del bar Rossi
 davanti a due fumanti tazze di cappuccino e due profumate brioches
con l'azzurro del cielo che si specchia nel lago
  nella cornice maestosa delle nostre montagne.
Io adoro Bellagio...è davvero una perla del nostro lago, 
mi piace ogni angolo...








ogni vicolo







ogni piazza



le sue antiche  dimore


 e tanti...tanti fiori...










La sua chiesa  romanica di San Giacomo
(XI secolo )




ovunque c'è ARTE



l'incantevole lungo-lago










una splendida mattinata di sole, 
intorno a noi tante persone di nazionalità diverse, 
venuti da lontano per visitare questo romantico borgo .


Verso le 11 abbiamo fatto ritorno a casa
percorrendo la salita che porta al  Ghisallo, 
ci siamo fermati al belvedere
per scattare un'ultima foto dall'alto


Da qui si vedono partire i due rami del lago di Como
Bello vero...tutto questo a meno di 30 km da casa...

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